Messaggio del Santo Padre
Traduzione in lingua italiana
Pubblichiamo di seguito il messaggio che il Santo Padre Leone XIV ha inviato ai partecipanti alla commemorazione dei 500 anni del movimento Anabattista a Zurigo (Svizzera):
Messaggio del Santo Padre
To the Participants in the Commemoration of
500 years of the Anabaptist movement
Zurich
As you gather to commemorate 500 years of the Anabaptist movement, I cordially greet all of you, dear friends, in the first words spoken by the risen Jesus: “Peace be with you!” (Jn 20:19).
In the joy of our celebration of Easter, how can we fail to reflect on Christ’s appearance on the evening of that “first day of the week” (ibid.), when Jesus not only entered through walls and closed doors, but through the fearful hearts of his disciples. Moreover, in imparting his great gift of peace, Christ was sensitive to the experience of the disciples, his friends, and did not hide the marks of his Passion still visible in his glorious body.
By receiving the Lord’s peace, and accepting his call, which includes being open to the gifts of the Holy Spirit, all the followers of Jesus can immerse themselves in the radical newness of Christian faith and life. Indeed, such a desire for renewal characterises the Anabaptist movement itself.
The motto chosen for your celebration, “The Courage to Love”, reminds us, above all, of the need for Catholics and Mennonites to make every effort to live out the commandment of love, the call to Christian unity, and the mandate to serve others. It likewise points to the need for honesty and kindness in reflecting on our common history, which includes painful wounds and narratives that affect Catholic-Mennonite relationships and perceptions up to the present day. How important, then, is that purification of memories and common re-reading of history that can enable us to heal past wounds and build a new future through the “courage to love”. What is more, only in such a way can theological and pastoral dialogue bear fruit, fruit that will last (cf. Jn 15:16).
This is certainly no easy task! Yet, it was precisely at particular moments of trial that Christ revealed the Father’s will: it was when challenged by the Pharisees that he taught us that the two greatest commandments are to love God and our neighbour (cf. Mt 22:34-40). It was on the eve of his Passion that he spoke of the need for unity, “that all may be one… so that the world may believe” (Jn 17:21). My wish for each of us, then, is that we can say with Saint Augustine: “My entire hope is exclusively in your very great mercy. Grant what you command, and command what you will” (Confessions, X: 29, 40).
Finally, in the context of our war-torn world, our ongoing journey of healing, and of deepening fraternity, has a vital role to play, for the more united Christians are the more effective will be our witness to Christ the Prince of Peace in building up a civilization of loving encounter.
With these sentiments, I assure you of my prayers that our fraternal relations will deepen and grow. Upon all of you, I invoke the joy and serenity that come from the risen Lord.
From the Vatican, 23 May 2025
LEO P.P. XIV
[00632-EN.01] [Original text: English]
Traduzione in lingua italiana
Ai partecipanti alla commemorazione dei
500 anni del movimento anabattista
Zurigo
Cari amici, mentre vi riunite per commemorare i 500 anni del movimento anabattista, vi saluto cordialmente con le prime parole pronunciate da Gesù risorto: «Pace a voi!» (Gv 20,19).
Nella gioia della nostra celebrazione della Pasqua, come possiamo non riflettere sull'apparizione di Cristo la sera di quel «primo giorno della settimana» (ibid.), quando Gesù non solo entrò attraverso i muri e le porte chiuse, ma attraverso i cuori timorosi dei suoi discepoli. Inoltre, nell’impartire il suo grande dono della pace, Cristo fu sensibile all'esperienza dei discepoli, suoi amici, e non nascose i segni della sua Passione ancora visibili nel suo corpo glorioso.
Accogliendo la pace del Signore e accettando la sua chiamata, che comprende l'essere aperti ai doni dello Spirito Santo, tutti i seguaci di Gesù possono immergersi nella radicale novità della fede e della vita cristiana. In effetti, un tale desiderio di rinnovamento caratterizza lo stesso movimento anabattista.
Il motto scelto per la vostra celebrazione, "Il coraggio di amare", ci ricorda, soprattutto, la necessità che cattolici e mennoniti compiano ogni sforzo per vivere il comandamento dell'amore, la chiamata all'unità cristiana e il mandato di servizio verso il prossimo. Allo stesso modo, sottolinea la necessità di onestà e gentilezza nel riflettere sulla nostra storia comune, che include ferite dolorose e narrazioni che influenzano le relazioni e le percezioni cattolico-mennonite fino ai giorni nostri. Quanto è importante, allora, quella purificazione dei ricordi e quella rilettura comune della storia che possono permetterci di guarire le ferite del passato e costruire un nuovo futuro attraverso il "coraggio di amare". Anzi, solo così il dialogo teologico e pastorale può portare frutto, un frutto duraturo (cfr Gv 15,16).
Non è certo un compito facile! Eppure, è stato proprio in particolari momenti di prova che Cristo ha rivelato la volontà del Padre: è stato quando, sfidato dai farisei, ci ha insegnato che i due comandamenti più grandi sono amare Dio e il prossimo (cfr Mt 22,34-40); è stato alla vigilia della sua Passione, quando ha parlato della necessità dell'unità: «affinché tutti siano una sola cosa… perché il mondo creda» (Gv 17,21). Il mio augurio per ciascuno di noi, quindi, è di poter dire, citando Sant'Agostino: «Ogni mia speranza è posta nell'immensa grandezza della tua misericordia. Da' ciò che comandi e comanda ciò che vuoi» (Confessioni, X, 29.40).
Infine, nel contesto del nostro mondo dilaniato dalla guerra, il nostro continuo cammino di guarigione e rafforzamento della fraternità svolge un ruolo fondamentale, perché più i cristiani saranno uniti, più efficace sarà la nostra testimonianza a Cristo, Principe della Pace, nella costruzione di una civiltà di incontro dell’amore.
Con questi sentimenti, vi assicuro la mia preghiera affinché i nostri rapporti fraterni si rafforzino e crescano. Su ciascuno di voi invoco la gioia e la serenità che provengono dal Signore risorto.
Vaticano, 23 maggio 2025
Papa Leone XIV
[00632-IT.01] [Testo originale: Inglese - Traduzione di lavoro]
[B0356-XX.02]